Un ricordo dei bei tempi...e qualche riflessione

Roma, 1995

Ogni volta che passo davanti alla scuola dove mi sono diplomato, penso sempre, e talvolta lo faccio inconsciamente, a quegli anni come a una delle "parentesi più felici" della mia vita. In confronto al tempo che ho passato finora sul lavoro, quello della scuola è veramente un attimo. Però, quell'attimo lo ricordo, e lo ricordiamo quasi tutti, con piacere e nostalgia. Con nostalgia perché si era giovani e parecchio spensierati, con piacere perché sicuramente gli anni della scuola, di solito, coincidono con il periodo più bello dell'intera vita.

Sono passati tanti anni da quel 1970 degli esami.
Sono invecchiato, ingrassato, ho perso molti capelli. Un po' come tutti. Che schifo...ma non si potrebbe rimanere sempre "giovani"?
In compenso, più passa il tempo, più diventa piacevole ricordare i fatti e i fattarelli di allora. E, naturalmente, apprezzo sempre di più tante cose che all'epoca non riuscivo a valutare nel modo appropriato.

Malinconia? Certamente. Rimorsi? No, rifarei quasi tutto quello che ho fatto e, forse, anche qualcosa in più. Non voglio però avere l'arroganza di chi ritiene valido tutto ciò che ha fatto nel passato, come se fossero le cose più giuste dei mondo. D'altra parte noi contestavamo ed eravamo altrettanto contestati da quelli che avevano allora la nostra attuale età. Anche oggi noi critichiamo i giovani che, a loro volta, ci criticano e ci contestano. La vita è una ruota.

Sono arrivato quindi alla conclusione che certe cose non devono essere viste come novità del momento.
Cambiano i tempi, le situazioni sociali ed economiche, ma la storia è sempre la stessa, inevitabilmente. Ed è giusto che sia così, come l'alba e il tramonto, il sole e le nuvole, il giorno e la notte. Guai se non ci fossero!

E allora, viva i giovani.
E, perchè no, viva anche noi. Se si è felici, si vive meglio

IO amo il 5° CB

di Luciano Calvani - 20/07/2005

Roma, 2005

Sono già passati dieci anni da quella gran bella giornata del venticinquennale del 1995. Allora era trascorso un quarto di secolo dalla fine della scuola. Un giorno memorabile trascorso insieme con le proprie famiglie, la messa con Don Zagotto, il pranzo, i brindisi, i ricordi, le risate…..

Gli anni che ci separano da quel mitico 1970 sono ora trentacinque. Siamo più di venti “ragazzi”, qualcuno con i capelli ingrigiti, altri senza, altri ancora con pance da “commenda”, oppure ancora magri come una volta. Ma abbiamo ancora voglia di incontrarci per rivederci, festeggiare, ricordare. E con molto piacere.

Ma vi rendete conto di cosa stiamo facendo, di cosa siamo protagonisti?!

Quando ne parlo, mi credono a stento. Convinti degli effetti dei miei disordini mentali, pensano che certe storie viste al cinema siano diventate vere nella mia testa. Sono arrivato alla conclusione che è meglio non insistere per non rischiare qualche perizia medica.

D’altra parte, so di incontri di ex compagni di scuola, peraltro organizzati faticosamente, e naufragati sul nascere o realmente avvenuti, ma con modalità “una-tantum”.

E allora sapete che vi dico? Che noi siamo speciali, unici, irripetibili! Dal primo all’ultimo dell’elenco del giornale di classe, Cazzelli Primo compreso (per chi non l’avesse conosciuto vada a leggere l’omonimo capitolo).

Penso che per certi versi somigliamo ai Pinguini Imperatore, che di solito vivono per fatti loro con le proprie famiglie, magari abbastanza vicini l’uno all’altro, e periodicamente migrano tutti insieme, per ritrovarsi in un qualche punto dell’Antartide. Fanno insomma una cosa che somiglia a una enorme rimpatriata. Tra l’altro lasciatemi dire che, col passare del tempo, abbiamo tutti preso un po’ del loro modo di camminare pinguinesco…

Credo che esistano pochi altri casi come il nostro. Dobbiamo essere veramente fieri di tutto questo.

La 5° CB è ormai un fatto storico, un evento, un acronimo di significato oscuro a tutti gli altri ma inserito in modo indelebile nella nostra vita.

La 5° CB siamo noi, le nostre personalità, la nostra voglia di vivere, le nostre storie, il nostro mondo. Un istante della vita che si sposta con noi nell’inarrestabile trascorrere del tempo. Io dico che nel DNA di ciascuno di noi c’è un elemento comune a tutti, che io oggi, nel 2005, battezzo “5° CB”. Può sembrare esagerato quello che dico, ma ne sono fermamente convinto. E non provate a smentirmi! Forse mi fa vincere un Nobel.

Noi del 5° CB siamo senza tempoNella 5° CB ci sono e ci saranno sempre tutti quelli della 5° CB.

Voglio dire che, anche dopo tanti anni, ne fanno tuttora parte a pieno titolo quelli che non siamo riusciti più a rintracciare o convocare, e chi non è più con noi, compagno o insegnante.

Ed è a questi ultimi che dobbiamo rivolgere più spesso il nostro pensiero. Dobbiamo farlo anche adesso, subito, mentre leggiamo queste righe. Fermiamoci un momento, ce ne saranno grati.

Mi piace credere che ci hanno lasciato felici di aver fatto parte della 5° CB, o di avervi insegnato. E che lassù hanno portato con sé qualcosa della nostra cara, vecchia, meravigliosa, immortale 5° CB.

Chissà, forse anche il Dio di tutti si starà divertendo con i loro racconti.

Vi voglio bene, a tutti.

di Luciano Calvani - 19/10/2005

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